Forgotten Hope «Third Eye Fragments» (2012)

Forgotten Hope «Third Eye Fragments» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1558

 

Band:
Forgotten Hope
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Titolo:
Third Eye Fragments

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Angelo Pellicano :: Voce
Luca Montano :: Chitarre
Pasquale Carapella :: Basso
Giuseppe “lake” Rimolo :: Batteria

 

Genere:

 

Durata:
53' 59"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I calabresi Forgotten Hope arrivano al loro disco di debutto autoprodotto, chiamato appunto “Third eye fragments”, che condensa in circa 54 minuti di musica 10 canzoni proponenti un incrocio tra death, gothic e doom, con ognuno di questi generi mai fuso del tutto con gli altri, ma piuttosto divisi in parti diverse nelle canzoni.
Il risultato tuttavia, pur non da cestinare, è ancora un po’ grezzo, non del tutto raffinato e anche un po’ immaturo. Parliamoci chiaro: TEF è un album abbastanza carino, graziato dall’avere alcune canzoni magari non storiche ma sicuramente godibili e riuscite, come la migliore del lotto “Harlequin Melancholic herd”, grezza e paragonabile alle primissime cose dei My Dying Bride o anche a “The astral sleep” dei Tiamat, e non da meno sono la seguente gothic/rock oriented “Euphoria and nothing”, la ballad “Lacrymae” e “My death in silence”.
Il fatto è che per il resto, a parte i momenti riusciti, TEF non è niente di che: è anche un disco che nelle altre canzoni è molto incolore, possiede riffs a volte banali tranne certe fughe come quella di “After… the void”, a volte non è suonato in maniera impeccabile, possiede una qualità sonora non sbagliata ma incapace di esaltare le composizioni dei FH, e soprattutto le influenze sono troppo eterogenee, con le parti più dure che non sono veloci ma che non si amalgamano bene con quelle più doom che a loro volta suonano piatte, senza plusvalore e a volte manieristiche.
Insomma: un disco potenzialmente carino, ma che allo stato attuale ci ha dato un cd passabile anche se ancora un po’ standard e non certo scevro di difetti, poco consigliato agli amanti del doom/death più lento, estremo e asfittico, ma neanche dotato della drammaticità del gothic, quanto semmai indicabile per chi apprezza, appunto, le prime cose dei My Dying Bride e in generale del doom più ruvido e grezzo, tipico delle bands succitate. In prospettiva futura, vediamo la band come migliorerà. Allo stato attuale abbiamo un gruppo appena carino, ma che deve svilupparsi.

Track by Track
  1. Devoid of Wisdom 65
  2. After… the Void 65
  3. Offender 60
  4. Perseverance Ignorance 65
  5. Echoes from Silence 60
  6. Lacrymae 70
  7. Linea di Stagioni 60
  8. Harlequin Melancholic Herd 75
  9. Euphoria and Nothing 75
  10. My Death in Silence 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
65

 

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